Lo Schiaccianoci
Lo Schiaccianoci
Uno dei balletti più amati di tutti i tempi. Un classico natalizio per grandi e piccini. Tchaikovsky ha creato un’opera immortale.
Pochi sanno, però, che tutto nasce da un racconto dello scrittore romantico tedesco Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (1776-1822), da cui i “I racconti di Hoffmann” di Offenbach, altro classico della lirica. Potrete leggere integralmente il racconto originale al sito di Unito:
SCHIACCIANOCI E RE DEI TOPI LA VIGILIA DI NATALE
Il balletto su musiche di Tchaikovsky, in verità, è ispirato alla versione francese di questo racconto, scritta non certo dall’ultimo arrivato: Alexandre Dumas padre (l’autore de “I tre moschettieri” e “Il conte di Montecristo”). Una versione meno romantica, nel senso tecnico del termine, quindi meno inquietante e angosciante. Una versione molto più simile alle fiabe, un incantevole intrattenimento in cui la parte “dark” passa in secondo piano rispetto alla gioia, alla dolcezza e anche alla malinconia dei festeggiamenti natalizi.
Merito di Marius Petipa, il librettista-coreografo, che scelse Tchaikovsky nonostante il recente flop (l’avreste mai detto?) de “Il lago dei cigni” (ma il successivo trionfo de “La bella addormentata”). Insomma, Tchaikovsky era alla “prova del nove”: il terzo balletto da lui musicato avrebbe decretato la fine della sua carriera o la sua immortalità.
Petipa, tra l’altro, era un tipo pretenzioso: “Otto battute di musica misteriosa, ma dolce. […] Due battute per il fremito di paura. […] Dopo i rintocchi dell’orologio, un breve tremolo; dopo il tremolo, cinque battute per l’ascolto dello scalpiccio dei topi e quattro per i loro sibili”. Povero Pëtr, per fortuna era un genio della musica…
E così arrivò il debutto, il 18 dicembre 1892 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, alla presenza dello zar Alessandro. Curiosità: la prima Fata Confetto fu un’italiana, Antonietta Dell’Era.
LA TRAMA
Atto I
Vigilia di Natale in casa Stahlbaum: i genitori dei piccoli Clara-Marie e Fritz stanno organizzando una festa, in attesa di riunirsi con tutta la famiglia intorno ad uno splendido abete.
Il quadretto è animato dall’arrivo di Drosselmeyer, padrino dei bambini, che reca alcuni doni stravaganti, tra cui le straordinarie bambole meccaniche che danzano per la gioia di tutti gli invitati ed un misterioso schiaccianoci a forma di ussaro che affascina moltissimo la piccola Clara, prima di essere danneggiato e perduto tra gli altri giocattoli dal dispettoso Fritz.
Al termine della festa, conclusa dalla tradizionale “Grossvater” (la “danza del nonno”), i bambini vanno a letto, ma Clara tra il sonno e la veglia cerca ancora il suo schiaccianoci; allo scoccare della mezzanotte dagli angoli più bui della stanza cominciano ad apparire dei topolini, che ben presto assumono un aspetto minaccioso; allora anche i soldatini escono dalle loro scatole – granatieri, ussari e artiglieri – dando vita ad una feroce battaglia.
Anche lo schiaccianoci, per merito ancora di Drosselmeyer, ha preso vita e indomito salta nella mischia per affrontare in duello il Re dei topi, che riesce a sconfiggere anche con l’affettuoso aiuto di Clara, volgendo la battaglia a favore dei soldatini. Il vincitore – ora trasformatosi in un bel Principe – si inginocchia davanti a Clara e la invita tra i rami del magico albero di Natale.
Clara lo segue, il quadro cambia e, nella notte di luna piena, entrano in una foresta innevata, con tanti alberi addobbati a festa. L’Atto si chiude con lo splendido “Valzer dei fiocchi di neve”, in cui i fiocchi di neve cadono a tempo di valzer e accompagnano i due viandanti.
Atto II
I due giovani entrano nel Regno dei Dolci, un luogo ricco di decori colorati come caramelle, con fontane che sprizzano sciroppo di ribes. Al Palazzo Reale li riceve la Fata Confetto, che si fa raccontare da Schiaccianoci tutte le sue avventure.
Subito dopo, per volere della Fata Confetto, tutto il Palazzo si esibisce in una serie di danze in onore degli ospiti, danze che compongono un “divertissement” famosissimo (si riconoscono celebri armonie, più volte utilizzate al cinema, anche e soprattutto in film Disney), in cui sfilano tutte le leccornie che i bambini possono desiderare, provenienti dai diversi paesi del mondo: la cioccolata, interpretata da quattro coppie spagnole, vestite di rosso; il caffè, interpretato da danzatori arabi; il té, interpretato da tre ballerini in vesti cinesi. Segue il trepak, danza acrobatica eseguita da dieci coppie di danzatori russi che incarnano bastoncini di zucchero. Infine entrano in scena i cannoli, interpretati da tre danzatori in candidi abiti settecenteschi. Le danze culminano nello strepitoso “Valzer dei fiori”.
Subito dopo, la Fata Confetto e il Principe si esibiscono in un “pas de deux”, mentre fanno comparire la slitta che riporta Clara alla realtà. Questo “pas de deux” è il culmine poetico del balletto.
Il balletto si conclude con un ultimo Valzer, l’apoteosi che celebra tutti i personaggi del “divertissement” ponendo fine al sogno di Clara, che si risveglia felice ripensando alle straordinarie avventure vissute, mentre stringe al cuore il suo amato schiaccianoci.
AL CINEMA
Per chi volesse godere di altre visioni della storia, non dimentichiamo le recenti versioni cinematografiche:
- “Lo schiaccianoci” di Andrej Konchalovsky (2010), con Elle Fanning e John Turturro
- “Lo schiaccianoci e i Quattro regni” di Lasse Hallstrom (2018), con Keira Knightley, Helen Mirren, Morgan Freeman e la star del balletto Misty Copeland
Buona visione e buon Natale!